Il 14 maggio 1577, Mons. Lelio Brancaccio, allora arcivescovo di Taranto, durante una delle sue meticolose visite pastorali, redasse quella che oggi è considerata la più antica e dettagliata descrizione della Chiesa dell'Annunziata di Lizzano. Questo documento, stilato con grande cura e precisione, è conservato nella sua forma originale in latino presso l'Archivio Storico dell’Arcidiocesi di Taranto. La sua importanza storica è inestimabile, non solo perché ci offre un raro scorcio sul passato architettonico e artistico della chiesa, ma anche perché riflette la profonda attenzione che Mons. Brancaccio riservava al suo ruolo di guida spirituale e amministratore ecclesiastico.
Mons. Brancaccio, noto per il suo rigore
e la sua dedizione, considerava le visite pastorali un elemento cruciale del
suo ministero. Esse non erano solo un’opportunità per valutare le condizioni
materiali delle chiese, ma anche per comprendere il livello di fede e la
pratica religiosa delle comunità sotto la sua giurisdizione. La descrizione
della Chiesa dell'Annunziata che ci ha lasciato è una testimonianza del suo
impegno a documentare con accuratezza ogni dettaglio rilevante,
dall'architettura agli elementi decorativi, fino alle pratiche devozionali
locali.
Questo prezioso documento è stato successivamente tradotto in italiano da Ornella Sapio e Vittorio Farella, rendendo accessibile al grande pubblico una fonte storica di enorme valore. La descrizione ci trasporta indietro nel tempo, permettendoci di immaginare la chiesa com'era nel XVI secolo e di apprezzare la ricca eredità culturale e spirituale di Lizzano.
Chi era Mons. Lelio Brancaccio?
Mons. Lelio Brancaccio (1537-1599) fu un illustre
ecclesiastico del XVI secolo, di origini napoletane, nominato arcivescovo di
Taranto nel 1574. Durante il suo mandato, si distinse per l'impegno nelle
visite pastorali, che erano ispezioni periodiche delle chiese della diocesi per
assicurarsi che fossero mantenute secondo gli standard religiosi e morali dell'epoca.
Queste visite rappresentavano un'occasione per il vescovo di valutare la vita
spirituale dei fedeli e le condizioni materiali delle chiese.
Le visite pastorali: un'importante
tradizione ecclesiastica
Le visite pastorali erano una pratica fondamentale per l'amministrazione delle diocesi. Durante queste visite, i vescovi non solo ispezionavano le chiese per assicurarsi che fossero adeguatamente mantenute, ma raccoglievano anche informazioni sulle pratiche religiose e sul benessere spirituale della comunità. I vescovi verificavano la corretta celebrazione dei sacramenti, l'istruzione religiosa impartita ai fedeli, e si accertavano che i parroci svolgessero diligentemente i loro doveri. Le visite pastorali erano anche momenti di incontro diretto con i fedeli, durante i quali il vescovo poteva offrire conforto spirituale, risolvere eventuali controversie e promuovere la disciplina ecclesiastica. Questi rapporti dettagliati, spesso compilati in forma scritta, costituiscono oggi una fonte preziosa per comprendere non solo l'organizzazione ecclesiastica dell'epoca, ma anche la vita quotidiana e la spiritualità delle comunità locali.
La Chiesa dell'Annunziata di Lizzano
La Chiesa dell'Annunziata di Lizzano, oggetto della
descrizione di Mons. Brancaccio, è uno dei più antichi luoghi di culto del
paese. Sebbene nel corso dei secoli abbia subito modifiche e restauri, la
descrizione del 1577 ci offre un'immagine vivida della chiesa com'era nel XVI
secolo.
Ecco il testo originale in latino:
Eodem
die accessit Ecclesia ipsa est sita in quadam lama, quadrato lapide, in ea est
altare maius, per unicam portam que ascenditur ad ambulacrum per duos gradus,
ad altare vero per tres gradus. Et titulus ipsius est Sanctae Mariae de
Annuntiata; supra eius altari est quidam icona lignea cum imaginibus Sanctae
Virginis Annuntiatae et Angeli nuntiantis; a parte dextera dicti altaris est quidam
alia imago Beatae Virginis nuntiatae e Angeli nuntiantis inclusa in quadam
cancella, ante quas immagine est lampas ardens oleo elemosinis parto. Insunt duae
criptae, adest una cripta ex duabus portis, in qua est unum altare et substentatur
quatuor columnis. Fuit per illustrissimum dominum dictum quod amodo non
celebrentur missae in ipso altari tanquam in loco indecenti et concavo. Ipse ecclesiae
servire dixerunt quendam senem qui lampadem accendit et portas claudit et
aperit. In ipsa ecclesia sunt quam plurimae figurae, extra chorum est aliud
altare desertum. Et per illustrissimum dominum fiat clavis per donnum Donatum.
Questo documento, conservato nella sua forma originale
in latino, è stato tradotto in italiano da diversi studiosi. Qui si riportano
le due traduzioni più accreditate, quella di Ornella Sapio e Vittorio Farella,
offrendoci un prezioso sguardo sul passato di questo luogo di culto.
Traduzione in italiano di Ornella
Sapio
![]() |
Ciò che rimane dell'affresco dell'Annunziata (Archivio privato di Giuseppe Marino) |
“Nello stesso giorno giunse, la chiesa stessa è sita in una lama, con pietra quadrata, in essa vi è l’altare maggiore, per una unica porta che si sale all’ambulacro per mezzo di due gradini, all’altare invece per mezzo di tre gradini. E il titolo di questa è Santa Maria dell’Annunziata; sul suo altare vi è una icona lignea con le immagini della Santa Vergine Annunziata e dell’Angelo Nunziante; sul lato destro del detto altare v’è un’altra immagine della Beata Vergine Annunziata e dell’Angelo dell’Annunciazione protetta da un cancello, davanti a queste immagini vi è una lampada ardente con l’olio comprato con le elemosine. Nel mezzo vi è un arco che minaccia rovina, e parimenti la parete in cui vi è la porta maggiore. Vi sono due cripte, si accede ad una cripta da due porte, nella quale vi è un solo altare ed è sostenuta da quattro colonne. Fu detto dall’illustrissimo signore che da quel momento non vengano celebrate messe in questo altare come in luogo indecente e concavo. Dissero che un vecchio si occupava di questa chiesa che accendeva la lampada e chiudeva e apriva la porta. Nella stessa chiesa vi sono molte figure; fuori dal coro vi è un altro altare abbandonato e dall’illustrissimo signore fu fatta la chiave per Don Donato”.
Traduzione in italiano di Vittorio
Farella
![]() |
Ciò che rimane dell'affresco dell'Annunziata (Archivio privato di Giuseppe Marino) |
“La chiesa è situata in
una lama. In essa c’è un altare maggiore, si sale all’ambulacro per mezzo di
due gradini, all’altare invece per tre. Nella parte centrale c’è un arco che
minaccia di cadere e lo stesso dicasi della parete nella quale è collocata la
porta maggiore. Il suo titolo è quello di Santa Maria Annunziata. Sul suo
altare c’è un’icona lignea con le immagini della Santa Vergine Annunziata e
dell’Angelo Nunziante; sul lato destro del detto altare c’è un’altra
raffigurazione della Vergine Annunziata e dell’Angelo Nunziante protetta da un
cancello, davanti alle quali immagini c’è una lampada che è alimentata
dall’olio ricavato dalle elemosine. Vi sono due cripte, cioé una cripta con due
porte, nella quale c’è un solo altare ed è sostenuta da quattro colonne. Fu
dall’illistrissimo signore ordinato che d’allora in poi non si celebrassero
messe sullo stesso altare (cioè della cripta) perché in luogo indecente e
recondito. Nella chiesa vi sono molti dipinti. Fuori del coro c’è un altro
altare spoglio”.
Considerazioni finali
La descrizione di Mons. Brancaccio non solo ci permette di apprezzare l’antica bellezza della Chiesa dell'Annunziata di Lizzano, ma testimonia anche la vivacità della vita religiosa dell’epoca. Le due traduzioni, di Ornella Sapio e Vittorio Farella, contribuiscono a rendere accessibile a un pubblico moderno un documento storico di grande valore, mantenendo vivo il legame con le nostre radici spirituali e culturali.
Come possiamo
continuare a preservare e valorizzare il nostro patrimonio culturale per le
future generazioni?
Dobbiamo continuare a preservare e valorizzare il nostro patrimonio culturale, vastissimo e di notevole valore, per il futuro. Certo la chiesa di Lizzano doveva essere bellissima, però ciò che è rimasto deve essere sempre curato e valorizzato. Saluti
RispondiEliminaGiuseppe quanta ricchezza ci circonda nn solo di opere d'arte, uomini e fede. Dura mantenere il passo. Almeno proviamoci.
RispondiEliminaGrazie
Ciao, dovremmo essere fieri del nostro patrimonio culturale, inestimabile valore, ci si dovrebbe impegnare di più a fare i dovuti restauri e non vandalizzarlo.
RispondiEliminaGradita la tua visita , buon fine settimana
Rakel
Uma informação preciosa sobre uma igreja de tão grande valor histórico.
RispondiEliminaAbraço de amizade.
Juvenal Nunes